Autoliquidazione delle imposte e peculato
* Cassazione, sentenza 31 luglio 2015, n. 33879, sez. VI penale
REATI CONTRO LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE - Peculato - Notaio - Dichiarazione telematica - Imposta autoliquidata - Somme versate da clienti - Indebito guadagno - Sussiste.
Costituisce peculato il ritardato pagamento da parte del notaio della differenza tra le somme versate a titolo di imposta integrale dai clienti e quella deliberatamente autoliquidata dal professionista in misura ridotta, conseguendo egli il lucro costituito dagli interessi bancari maturati sulle somme non versate per tutto il periodo in cui l’Agenzia delle Entrate non provveda alla liquidazione della maggior imposta dovuta.
Spetta pacificamente al notaio la qualifica di pubblico ufficiale non solo nell'esercizio del suo potere certificativo in senso stretto, ma in tutta la sua complessa attività, disciplinata da norme di diritto pubblico (legge notarile) e diretta alla formazione di atti pubblici (negozi giuridici notarili), ivi compresa l'attività di adempimento dell'obbligazione tributaria, nella specie consistente nel mancato versamento da parte del notaio di somme affidate da clienti, destinate al pagamento dell'imposta di registro in relazione agli atti rogati.
Fonte: CNN Notizie del 3 settembre 2015